Il paziente al centro della gestione delle cure
Immaginate la scena: è un frenetico sabato notte in città, e il pronto soccorso dell’ospedale brulica di persone con ogni tipo di esigenze che aspettano di essere assistite. Selezionare le cure di cui ognuno ha bisogno e dividerle per grado di urgenza può sembrare una fatica di Sisifo: interminabile e invariabilmente ardua.
Mentre le strutture sanitarie si evolvono per accogliere i progressi scientifici e tecnologici più recenti, scene come questa ci ricordano che gran parte del lavoro amministrativo è fermo all’era analogica. Durante la permanenza in ospedale, i dati dei pazienti sono ancora annotati sulle schede, ogni caso passa da un medico all’altro per telefono o a voce, con il rischio che molte informazioni vadano perse. In più, manca un piano generale per gestire la disponibilità dei posti letto e la loro posizione, e per assegnarli a chi ne ha bisogno.
Ma presso il Salford Royal NHS Foundation Trust, un preminente fornitore di servizi di assistenza ospedalieri, comunitari, primari e sociali, le cose stanno per cambiare. Come parte del Northern Care Alliance NHS Group, l’ospedale Salford Royal inaugurerà il primo centro di controllo digitale totalmente integrato del Regno Unito, trasferendo i processi di primo soccorso e cura integrata in un sistema digitale avanzato e incentrato sul paziente.
Il progetto, avviato in collaborazione con Hitachi Consulting, coprirà un arco di 10 anni e sfrutterà la digitalizzazione e l’automazione per trasmettere al personale le informazioni che servono, quando servono e in modo coerente: il tutto per garantire a ogni paziente un’assistenza migliore, più efficace ed efficiente.
Fornire dati in tempo reale sui posti letto disponibili è solo il primo passo. I pazienti saranno monitorati per tutto il tempo che trascorreranno nella struttura e, grazie all’intelligenza artificiale, i medici potranno ricevere un avviso al primo segnale di peggioramento, senza aspettare di accorgersene durante le visite. Una risposta più rapida ai cambiamenti delle condizioni cliniche può arginare la gravità di una patologia, oltre a ridurre il soggiorno in ospedale.
I sistemi di localizzazione in tempo reale permetteranno di sapere dove si trovano i pazienti in modo semplice e veloce, così in caso di imprevisti (ad esempio, un paziente che torna in ritardo dalla radiologia), il personale è più flessibile e può riorganizzare il proprio tempo. I sensori di telerilevamento LiDaR (Light Detection and Ranging) saranno in grado di monitorare i pazienti senza invadere la loro privacy, segnalando le code e le attività ad alto rischio, come quando un paziente medicato cerca di scendere dal letto rischiando di cadere.
La tecnologia di pianificazione intelligente può occuparsi anche di aspetti pratici, come avvisare un addetto quando una stanza si svuota in modo da farla pulire e preparare per qualcun altro.
I vantaggi per l’utenza sono evidenti: meno attese, un’assistenza più reattiva e degenze ridotte al minimo indispensabile. Mentre adesso le infermiere si ritrovano spesso impantanate nel lavoro amministrativo e burocratico, un sistema digitalizzato permetterà loro di dedicare più tempo alla cura delle persone.
La prima fase del progetto si concentra sulla situazione dell’ospedale, gli attuali problemi dello staff e la mole di lavoro del pronto soccorso. Ma prevede anche lo sviluppo di una replica digitale dell’organizzazione della struttura, per consentire a medici e dirigenti di mettere a punto eventuali modifiche nel modo in cui gestiscono l’assistenza sanitaria. Grazie all’opportunità di simulare i nuovi sistemi prima di testarli sul campo, i pazienti assisteranno all’attuazione di cambiamenti ben pianificati e valutati.
Non solo, ma in futuro le soluzioni digitalizzate potrebbero trovare applicazione anche al di fuori dell’ospedale. Ad esempio, il personale del pronto soccorso potrebbe inviare un team di assistenza domiciliare per trattare un paziente conosciuto direttamente in casa anziché andare a prenderlo in ambulanza, evitando così ricoveri superflui. I sensori biomedici stampati in 3D e i dispositivi remoti permetterebbero di monitorare i pazienti a casa in tutta sicurezza, inviando i servizi di assistenza necessari a domicilio: una sorta di “reparto in remoto” con la supervisione della rete ospedaliera.
Gli ospedali del futuro non devono necessariamente essere caotici e sovraffollati. Questo sistema intelligente aiuterà a rispondere ai bisogni dei pazienti e lascerà più tempo al personale per dedicarsi alle cure e all’applicazione del proprio sapere medico. E chi lo sa? Forse l’evoluzione tecnologica dell’amministrazione si dimostrerà preziosa per la nostra salute al pari dei progressi scientifici.