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Hitachi

Social Innovation

Addio ai rischi per la sicurezza con i nuovi sistemi biometrici

Dalle impronte digitali alle vene

Dimenticare una password presto sarà un problema del passato: la tecnologia porta la sicurezza online a un livello più alto

Se vi capita spesso di mangiarvi la testa per ricordare le decine di password e codici PIN, tirate un sospiro di sollievo: presto non serviranno più. Fra non molto, infatti, un gesto della mano potrebbe essere più sicuro dell’autenticazione con il tocco o del riconoscimento facciale.

Per anni le password sono state l’unico sistema di sicurezza per accedere alle informazioni importanti, come i dati bancari o la corrispondenza e-mail privata. Ma con l’avvento degli attacchi cibernetici queste chiavi di accesso, facili da perdere, diffondere o indovinare, non offrono più la protezione necessaria. Secondo l’azienda multinazionale di ricerca e consulenza Gartner, il 40% di tutte le richieste ai servizi di assistenza informatica riguarda le password, con i costi che ne conseguono.

La tecnologia ha già sviluppato alcune alternative: in molti conoscono i lettori di impronte digitali sugli smartphone, qualcuno usa anche il riconoscimento facciale. Ma anche questi sistemi sono ben lungi dall’essere perfetti. Prima di tutto, i dati identificativi sono memorizzati sul dispositivo e non a livello centrale: se si perde lo smartphone o il tablet, l’impronta digitale non serve più a niente, perché non è possibile accedere alle informazioni su altri dispositivi. In secondo luogo, le impronte si possono rubare facilmente e il riconoscimento facciale non è in grado, ad esempio, di adattarsi all’invecchiamento o di distinguere fra gemelli identici.

“Conosciamo da anni le falle negli attuali metodi di autenticazione, ma finora non c’era un’alternativa valida”, dice Ravi Ahluwalia, Direttore Generale del gruppo Hitachi Security Business. Adesso però c’è una soluzione sicura e facile da usare. Come molti sanno, le impronte digitali sono diverse per ogni persona, ma sapevate che è così anche per le vene? Nel 2005, Hitachi ha deciso di sfruttare questo concetto, brevettando un sistema di autenticazione basato sulle vene delle dita.

Per confermare l’identità basta alzare la mano di fronte a un computer integrato che emette luce infrarossa: quando l’emoglobina del sangue la assorbe, il computer riesce a individuare la posizione delle vene, unica per ogni individuo, disegnando una struttura di linee scure. A quel punto cattura, analizza e archivia l’immagine, per poi garantire l’accesso quando rileva una corrispondenza di diversi punti.

Questa tecnologia è stata lanciata e testata ufficialmente a Londra a settembre del 2019 ed è già considerata uno dei sistemi di riconoscimento biometrico più sicuri al mondo. Diverse banche in Giappone, Europa e America del Nord l’hanno adottata per autorizzare le transazioni e sostituire le password, nelle funzionalità di Single Sign-On e sui bancomat.

I vantaggi sono numerosi: l’identificazione è più sicura, perché non è possibile rubare le vene come avviene con le impronte digitali o le password; è anche più efficace a lungo termine, dato che la posizione delle vene non cambia con l’età, ma soprattutto è comoda. Accedere al digital banking con questo sistema sarà facile come fare ciao a un amico.

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