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Hitachi

Social Innovation

La ricetta del dott. AI per essere felici e produttivi

Alle soglie del nuovo decennio il dottor Kazuo Yano, autorevole collaboratore scientifico di Hitachi, ci svela come l'IA potrà cambiare la società e ci aiuterà a essere più felici

"Credo fermamente che, grazie ai dati, si possa rendere questo pianeta scientificamente più felice ". L'affermazione è a dir poco audace, tuttavia chi l'ha fatta ha tutte le ragioni per esserne convinto

Per il dott. Kazuo Yano la ricerca della felicità è una cosa seria. Non solo seria, ma che lo riguarda in prima persona. Basta guardargli il polso per capire che non si distrae mai da questo pensiero, neanche un attimo: infatti è dall'inizio del 2006 che l’autorevole collaboratore scientifico di Hitachi monitora la propria felicità grazie a un sensore da polso.

Non si tratta di un capriccio, ma dell'impegno di tutta una vita. Entrato in Hitachi 35 anni fa, il dott. Yano ha trascorso gli ultimi due decenni scandagliando le possibilità dell'intelligenza artificiale e le sue potenzialità per rendere il mondo più felice. Ha parlato di questa sua visione all’Hitachi Social Innovation Forum che si è tenuto a Milano lo scorso novembre, ricollegandosi all’approccio homo-centrico delle tecnologie Hitachi.

Intervenendo davanti a una platea di 400 persone, il dott. Yano ha affermato: "Ognuno di noi ha l'onore, ma anche l'onere, di indagare le potenzialità dell'AI e di trarne utili insegnamenti dai risultati. Tuttavia, l'ostacolo maggiore è rappresentato, come sempre, dagli esseri umani, che non vogliono uscire dalla loro comfort zone. Quindi, per andare avanti dobbiamo comprendere meglio l'uomo."

Per farlo Hitachi ha collaborato con centinaia di aziende allo scopo di “quantificare” e misurare la felicità delle persone. Oggi i tecnici stanno sviluppando un'app che domanda ogni mattina: "Cosa puoi fare per rendere felici gli altri?". Questo perché dopo avere monitorato la propria felicità nel corso degli ultimi tredici anni, il dott. Yano è giunto a una conclusione: "l'essenza della felicità consiste nel far felici gli altri".

Lo scienziato di Tokyo ha poi spaziato sull'argomento: "I dati grezzi sono solo una briciola, ma, combinandoli e cercandovi degli schemi che li uniscano tra loro, possono avere un significato importante. Per quantificare la felicità della gente abbiamo raccolto, da un ampio ventaglio di organizzazioni, dati che ammontano a oltre un milione di giorni. Queste informazioni cominciano a delineare un quadro molto prezioso per capire le motivazioni che rendono le persone felici, e in sole tre settimane è stato possibile a vederne la differenza in positivo. I dati evidenziano in modo costante che la felicità ci permette di concentrarci su quello che facciamo, mentre l'infelicità ha l'effetto opposto. Un'analisi accurata di questi dati mostra, inoltre, che questa felicità trascende dal livello individuale, e che le persone felici rendono felici anche chi interagisce con loro."

Lo confermano recenti test condotti in Hitachi: una forza lavoro felice può portare a un aumento delle vendite del 27%. È un aspetto che il dott. Yano ha approfondito nel suo libro del 2014 “The Invisible Hand of Data: Hidden Laws of Happiness, Business, and Economy Revealed by Wearable Sensors”. In questo libro, l'autore racconta un caso di un call center, dove la pausa dei dipendenti è stata programmata in modo tale che persone della stessa fascia di età andassero in pausa insieme. Lo scienziato racconta anche la sua esperienza personale indossando il sensore da polso, e spiega come si possa riuscire a individuare degli schemi di movimenti corporei strettamente collegati alla felicità delle persone. Detto in altre parole, questo significa che si può misurare la felicità in tempo reale. Il dott. Yano ama definire la felicità in termini di speranza, efficienza, resilienza, e ottimismo, e ritiene che l'AI possa dare un grosso contributo in tutti questi campi.

Naturalmente la felicità, in sé per sé, è già un ideale a cui tendere, ma se possiamo raggiungerla e in più ottenere anche un risultato economico positivo, allora sì che c'è da stare allegri. In termini prettamente economici, l'effetto AI continua a modificare l’efficienza e le prestazioni delle persone, cioè quello che a Milano il dott. Yano ha definito come "l'estensione della capacità scientifica dell'essere umano: all'inizio disponevamo di carta e penna, poi è arrivata la calcolatrice, infine il supercomputer, adesso abbiamo l'intelligenza artificiale".

Lo scienziato ritiene che la tecnologia ci possa aiutare a diventare una "società super smart", ma ricorda anche che l'AI può dare risultati solo se si hanno uno scopo e degli obiettivi ben chiari. In questo caso, i risultati possono essere sorprendenti: ha citato l'esempio di un magazzino in cui ora, grazie all'AI, i livelli delle scorte sono ottimizzati con un'accuratezza quattro volte maggiore.

Nel corso di una dimostrazione tenuta durante l’Hitachi Social Innovation Forum di Milano, il dott. Yano ha sottolineato che per imparare bisogna fare esperienza, ed ha mostrato un minirobot che stava imparando a dondolarsi sulla sbarra: all'inizio il robot ondeggiava a caso, dopo aver fatto un po' di pratica volteggiava come un essere umano, e nel giro di pochi minuti, lo faceva anche meglio. Il dott. Yano parla di "apprendimento a balzi", dove non si impara solo dalle esperienze passate, ma si utilizzano quelle conoscenze per affrontare situazioni sconosciute. Purtroppo, troppo stesso la seconda fase viene trascurata. Un esempio pratico potrebbe essere il tifone Hagibis dello scorso ottobre: questa volta i danni causati dal tifone sono stati di natura diversa rispetto a quella dei tifoni precedenti, per questo è importante utilizzare questa esperienza e la conoscenza che ne consegue per applicarla alla prossima volta che ci troveremo a fronteggiare un disastro naturale di questo tipo.

Ci sono infinite altre possibilità: ad esempio, Hitachi ha recentemente condotto il primo esperimento al mondo per la diagnosi del cancro utilizzando campioni di urine: questo metodo potrebbe significativamente aumentare la velocità e semplicità con cui si effettua lo screening per i tumori. O ancora, in collaborazione con un ospedale statunitense, l'AI viene impiegata per monitorare gli sprechi di cibo, aiutando a migliorare la preparazione dei pasti e alleggerendo il compito delle infermiere che devono raccogliere gli avanzi. Nelle scuole giapponesi per contrastare il bullismo è stato lanciato un progetto all’avanguardia, dove vengono forniti agli insegnanti rapporti giornalieri sui casi sospetti, in modo che li possano affrontare prima che la situazione degeneri.

Quello che stiamo vivendo è un periodo decisamente affascinante. A Milano il dott. Yano ha citato Charles Darwin, ma non con la sua famosa teoria dell'evoluzione, bensì in versione più soft, un Darwin che spiegava come l'origine della "simpatia" , quella che ora definiremmo empatia, sia radicata nel nostro istinto di aiutare chi è in difficoltà. Darwin ha definito la preoccupazione per il benessere di tutti gli esseri viventi come la più alta conquista morale. Così, alle soglie del nuovo decennio, in un certo senso ci dirigiamo verso posti a noi sconosciuti, mentre sotto altri aspetti stiamo tornando proprio là dove tutto ha avuto inizio. La differenza sta nel fatto che, agli inizi del XXI secolo, disponiamo di una tecnologia che può aiutarci a dare un senso al mondo che ci circonda. Sarà entusiasmante vedere dove ci porterà, e speriamo di potere concludere con un bel "e vissero tutti felici e contenti".