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Hitachi

Social Innovation

È arrivata l’era della biometria

Vista come fantascienza fino a qualche tempo fa, oggi questa tecnologia sta letteralmente prendendo il sopravvento

Tra opportunità e innovazione: così la biometria sta cambiando la nostra vita

Il film più famoso a cui associamo la parola biometria è “Minority Report”. In realtà, ai giorni nostri, quel lungometraggio non è più così fantascienza. La biometria, infatti, è in grande crescita e sempre più aziende e consumatori la stanno sfruttando.

Le opportunità commerciali

Immaginate un mondo in cui i processi di autenticazione per i servizi bancari online siano rapidi e semplici, sicuri e sincronizzati. Ecco, sappiate che con la biometria quel mondo è possibile. Secondo Google intelligence, nei prossimi anni l’accesso ai servizi finanziari tramite sistemi biometrici sarà effettuato da più di un miliardo di utenti. In questo contesto, entro il 2020 la biometria rappresenterà il metodo di identificazione principale.

Le frodi, infatti, non lasciano molto scampo e una soluzione va trovata. Secondo la Financial Conduct Authority (FCA), nel 2013 l’industria finanziaria ha registrato perdite di oltre 450 milioni di sterline in frodi con la carta: PIN e password non bastano più.

Le opportunità locali

Ciò che manca alla biometria per avere successo in tutto il mondo è l’omogeneità nella diffusione. L’autenticazione tramite la scansione delle vene delle dita, la geometria della mano, il riconoscimento facciale o vocale hanno registrato una crescita costante. Ma non in tutte le parti del mondo è stato lo stesso.

Per questo, è importante capire quali siano i mercati locali più ricettivi e quali meno. E dove sia meglio utilizzarla e sperimentarla. In questo contesto, l’Europa si è dimostrata particolarmente aperta e il riconoscimento facciale, negli ultimi anni, è sempre più richiesto. Ad esempio, un’università tedesca ha sviluppato di recente uno strumento di riconoscimento basato sulla firma termica.

Ma anche le banche hanno dimostrato di essere interessate a questa nuova tecnologia. In Europa e, in particolare, nel Regno Unito. Barclays, ad esempio, ha previsto l’introduzione dell’autenticazione tramite impronta venosa entro la fine di quest’anno. E, per farlo, si sono serviti di Hitachi, che ha realizzato uno strumento di autenticazione tramite scansione delle vene tra i più all’avanguardia del mondo. È in grado, infatti, di leggere la conformazione delle vene delle dita, cosa che rende ogni possibilità di clonazione o replica molto, molto difficoltosa.

Una sanità più sicura

Ridurre le inefficienze amministrative, perfezionare i registri, abbattere le barriere linguistiche e diminuire la possibilità di frodi nel sistema: sono questi i risultati che, in ambito sanitario, la biometria può aiutare a raggiungere. Il sistema tradizionale basato su tesserini identificativi, infatti, non è più sufficiente e ha fatto registrare parecchie imprecisioni, tra dati manipolati e persi o addirittura rubati.

Per questo, le tecnologie di gestione delle identità biometriche possono svolgere un ruolo fondamentale nei centri medici e nelle cliniche, permettendo di ottenere un netto miglioramento nell’ambito della sicurezza dei dati.

Superiamo lo shock!

Uno dei temi più importanti quando si parla di biometria è la fiducia dei consumatori. Le persone, infatti, non comprendono a pieno quali siano le caratteristiche di questa nuova tecnologia e tendono a non crederci. Il paradosso è quello di portare gli individui a credere che sia la biometria, nata per difendere i nostri dati, a invadere la privacy.

Se, infatti, molti consumatori apprezzano le campagne pubblicitarie dedicate alla promozione delle nuove tecnologie come il riconoscimento facciale, infatti, molti altri temono per la loro riservatezza. Un atteggiamento, quest’ultimo, che però sta progressivamente scomparendo. Perché il pubblico ha dimostrato di essere sempre più aperto ed educato. Mentre le aziende hanno capito che, per investire sulla biometria, questo momento è il più propizio che mai.