La responsabilità della vita sul pianeta è nelle nostre mani
Fare grandi proclami sui propri obiettivi e intenti in pubblico non è mai stato così semplice. I social media e gli organi di informazione settoriali sono inondati da propositi e iniziative per risolvere le sfide globali, ma valutare il successo e l’impatto costante di questi progetti può rivelarsi molto più complicato.
Come recita un vecchio adagio, “non puoi gestire ciò che non puoi misurare”, ma i giorni in cui bastava calcolare i profitti per dichiarare riuscita un’impresa sono ormai lontani: adesso le aziende devono anche saper quantificare il valore sociale e ambientale che sono in grado di produrre.
Nell’ottica di adottare un modello di business più sostenibile, gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDG) sono un buon punto di partenza. Nel 2015 sono stati stabiliti a livello globale 17 obiettivi, il cui scopo è porre fine alla povertà e alle privazioni, ma anche proporre strategie per migliorare la salute e l’istruzione, ridurre le disuguaglianze e stimolare la crescita economica, affrontando al contempo i cambiamenti climatici e la necessità di tutelare gli oceani e le foreste.
Per aiutare le diverse unità aziendali a integrare questi SDG nei processi decisionali, a Tokyo un team di Hitachi sta sviluppando un modello di visualizzazione dell’impatto basato su tre pilastri: società, ambiente ed economia. Il vantaggio principale della sua applicazione è che il modello non si limita a considerare ciò che è già avvenuto, ma anche ciò che potrebbe accadere.
È un processo più complicato di quanto sembri, poiché l’impatto sociale e ambientale di alcuni progetti varia a seconda del luogo e del contesto. Per questa ragione, durante il suo sviluppo Hitachi ha adottato un approccio aperto, mettendolo al centro del recente European Stakeholder Dialogue svoltosi a Bruxelles. Gli spunti e i feedback ricevuti dal pubblico intersettoriale dell’evento saranno sfruttati per un’ulteriore messa a punto, e man mano che il modello progredisce, sempre più divisioni aziendali potranno valutare efficacemente il loro operato in termini di effetti sociali e ambientali, e non solo economici.
In un’azienda, fissare degli obiettivi e assumersene la responsabilità di fronte agli stakeholder è la norma, ma l’unicità degli SDG risiede nella loro importanza per tutte le componenti della società. Oggi, che sono passati ormai 5 anni dalla loro approvazione, cresce la pressione per raggiungerli e sono sempre di più i governi che li adottano come standard di riferimento. Anche la nuova Commissione europea ha iniziato a integrarli nelle sue strategie politiche, stabilendo le sue priorità in base ai loro contenuti e creando una task force sulla trasparenza in ambito non economico che prevede, ad esempio, resoconti sul consumo di carbonio.
Sapere è potere: essere in grado di dimostrare i progressi ottenuti e conoscere i risultati raggiunti dalle organizzazioni e dai governi internazionali è la chiave per prendere decisioni migliori per il futuro. E questo non fa bene solo agli affari, fa bene al mondo, che è l’obiettivo più grande di tutti.