Abbiamo le giuste competenze professionali per un futuro digitale? Ne parliamo con il Chief HR Officer di Hitachi Europa, Stephen Pierce.
Internet delle cose (IoT – Internet of Things) e intelligenza artificiale, automazione digitale e Industria 4.0: il mondo sta cambiando. E con lui, anche il mercato del lavoro. La quarta rivoluzione industriale porta le aziende di ogni Paese a rivedere l’approccio nelle assunzioni e le strategie commerciali.
Con lo sviluppo delle nuove tecnologie, sono cambiate le priorità e le professioni. Il campo dell’intelligenza artificiale (AI), in particolare, è stato molto significativo. Il numero di posizioni lavorative legate all’AI, infatti, è aumentato del 485% nel Regno Unito, nel solo 2014. Un trend che ha stravolto il contesto nel quale le risorse umane operano, alla ricerca di nuovi profili.
Perché, per essere validi, questi profili hanno bisogno di essere formati e preparati. E trovare la formazione adatta in un mercato ancora sconosciuto non è facile. Di questo e del futuro del lavoro nella quarta rivoluzione industriale abbiamo parlato con Stephen Pierce, Vice Direttore generale e Chief Human Resources Officer di Hitachi Europa.
“Lo sviluppo industriale presenta delle sfide: nonostante alcuni titoli di giornale ci mettano in guardia dai robot che ci starebbero rubando il lavoro, si tratta di un processo naturale. Da sempre i progressi tecnologici producono macchine in grado di svolgere lavori che in passato erano realizzabili solo dagli esseri umani. Al contempo, i robot ci offrono grandi opportunità e gettano le basi per la creazione di nuovi posti di lavoro, più qualificati. Dobbiamo inoltre tenere presente che, in molti casi, l'automazione migliorerà i lavori esistenti piuttosto che sostituirli, quindi è necessario anche considerare l'impatto positivo sui ruoli e sui modi di lavorare. Tutto ciò significa che la quarta rivoluzione industriale porterà a un progresso tecnologico in grado di aiutarci nello svolgimento di compiti che ci faranno risparmiare tempo, consentendoci inoltre di concentrarci sulle attività in cui il fattore umano è più importante”.
“Il futuro del lavoro è sempre più chiaro. Intelligenza artificiale, robot e manutenzione predittiva, per citarne alcune, sono tecnologie che cambieranno il nostro modo di lavorare. Soprattutto, ci renderanno più produttivi ed efficienti e ci faranno guadagnare tempo, offrendoci così la possibilità di concentrarci su compiti più importanti, che una macchina non può svolgere. Noi di Hitachi crediamo che il ruolo dei robot sia quello di aiutare gli umani piuttosto che sostituirli. Ad esempio, permettere ai robot di svolgere determinati compiti darà agli umani più tempo per svolgere attività creative. Ciò significa che la forza lavoro del futuro avrà bisogno di competenze diverse: questo, ovviamente, ha implicazioni per le università e le altre organizzazioni, che dovranno formare diversamente i professionisti del futuro”.
“È un tema molto ampio, che comporta implicazioni sotto ogni punto di vista. Non c'è dubbio che i robot siano destinati a giocare un ruolo importante nella società e che saranno d’aiuto agli esseri umani. Il robot umanoide di Hitachi EMIEW3, ad esempio, è progettato proprio per questo. E, in quanto robot al servizio dei clienti, riesce a guidarli in grandi snodi pubblici, come aeroporti e stazioni ferroviarie, così come riesce a supportarli in casa o nelle strutture ospedaliere. Con le previsioni di crescita della popolazione e l’innalzamento dell’aspettativa di vita, la società ha disperatamente bisogno di nuove tecnologie, come i robot badanti, per alleviare la pressione sui nostri servizi sociali. Siamo insomma davvero agli inizi e Hitachi, impegnata nell'innovazione sociale, contribuirà alla trasformazione della società per permetterle di raccogliere i frutti nei mesi e negli anni a venire”.