Nessun luogo riassume le nostre vite meglio del trambusto di una stazione ferroviaria. E con alcune stazioni europee che registrano più di 99 milioni di viaggi in arrivo e in partenza all’anno, le possibilità di incontrare problemi sono enormi.
Abbiamo assistito tutti a questa scena. Migliaia di persone attraversano una stazione correndo, ansiose di prendere il prossimo treno. Tutti trasportano una valigia, insicuri rispetto a dove andare e distratti dal tabellone delle partenze. Questa scena può rapidamente originare colli di bottiglia ai tornelli, valigie smarrite e reati minori. Incidenti come questi vengono messi in scena in tutta una serie di spazi pubblici: aeroporti, centri città o luoghi di intrattenimento. Con questi e altri problemi, che spesso si manifestano contemporaneamente, le telecamere di videosorveglianza possono contribuire a mantenere sicuri gli spazi pubblici affollati, affinché tutti possano sentirsi a proprio agio.
Tuttavia, l' "occhio nel cielo" tradizionale comporta degli inconvenienti. La tecnologia della telecamere dipende dall’attività dell’operatore umano. Nonostante siano altamente specializzati, in ambienti caotici i funzionari possono avere difficoltà a seguire tutto ciò che sta succedendo. Di fatto, il funzionario medio può concentrarsi solo su 4-6 schermi alla volta. Davvero impressionante, ma non sufficiente a coprire completamente uno spazio pubblico. In una situazione di sicurezza, il tempo necessario a un funzionario per trovare il filmato pertinente può portare a ritardi o evacuazioni.
Le telecamere sollevano anche la questione della privacy. Un funzionario può accedere a immagini pubbliche da vicino, suscitando preoccupazione riguardo alla protezione della privacy e dei dati.
Una risposta sta nella sofisticata tecnologia di analisi delle telecamere. Il software, incorporato nell’hardware esistente della telecamera, è stato sviluppato per affrontare sia questioni di potere che di privacy.
La tecnologia, chiamata “smart video intelligence”, integra intelligenza artificiale (AI) nei feed video e dei sistemi di videosorveglianza esistenti, analizzando immediatamente le caratteristiche fisiche delle persone. Ciò significa genere, età e abbigliamento; ma il sistema può anche identificare oggetti come una valigia.
L’analisi automatizzata è notevolmente più veloce di un operatore umano. Ad esempio, il sistema Smart Spaces and Video Intelligence di Hitachi è stato utilizzato per identificare rapidamente una valigia smarrita. Il sistema visiona tutti i filmati video, grazie ai quali identifica il bagaglio e rintraccia il proprietario. La capacità di setacciare ore di filmati in pochi secondi per trovare il proprietario corretto e identificarne i movimenti significa meno tempo sprecato per il personale della stazione, assenza di ritardi e riduzione dei rischi legati alla sicurezza. Migliora anche il servizio per i passeggeri.
L'utilizzo dell'AI nei sistemi di videosorveglianza non solo permette ai funzionari incaricati di avere un paio di occhi in più, ma contribuisce anche a proteggere i passeggeri. Il sistema è programmato per acquisire i tratti fisici di una persona senza analizzarne il volto. Infatti, può offuscare automaticamente i volti in modo che non siano visibili neppure agli operatori. Non solo è più efficace (molti criminali coprono automaticamente il volto), ma protegge la privacy dei cittadini rispettosi della legge.
Rendere le telecamere più intelligenti è nell’interesse di tutti. Avere una AI nel cielo significa risultati migliori sia per la sicurezza che per la privacy pubblica.