Hitachi: Richard Waters, Lead Business Architect, Hitachi Europe
Uber: Christopher Hook, Head of Vehicles & Clean Air Lead, Uber
Chris: Come siete entrati nel mondo della mobilità elettrica e in questo progetto?
Richard: Hitachi partecipa da un paio d'anni a un programma che si chiama Optimise Prime. È un programma innovativo della durata complessiva di tre anni che coinvolge UK Power Networks, SSEN e tre delle più grandi flotte di veicoli del Regno Unito: quelle di Royal Mail, Centrica e, naturalmente, Uber.
L'obiettivo è capire quale sarà l'impatto del passaggio ai veicoli elettrici, analizzando i dati e valutando gli effetti di questa transizione sulle reti elettriche e i possibili ostacoli da superare.
Uber si sta impegnando molto sul fronte dell'elettrificazione, soprattutto a Londra. Cosa vi ha spinto in questa direzione?
Chris: Ci sono un paio di motivi. Innanzitutto, è la cosa giusta da fare. I trasporti sono una delle principali fonti di emissioni e per il bene di tutti dobbiamo ridurle. Uber è già una realtà importante nel mondo dei trasporti, e non possiamo definire una strategia a lungo termine per il settore senza pensare a come azzerare le emissioni.
Richard: Credo che uno dei principali risvolti positivi della mobilità elettrica sia la qualità dell'aria. Man mano che Uber continua la transizione, il miglioramento sarà sempre più evidente, ed è un aspetto importantissimo per chi vive e lavora a Londra.
Chris: Lo spero. Molto dipende anche dalle politiche ambientali che sono state adottate. Come dimostrano gli studi, l'istituzione dell'Ultra Low Emission Zone è stato un intervento davvero efficace per ridurre l'inquinamento. Per me è una forte spinta a lavorare in questo senso. I miei figli stanno crescendo a Londra, non voglio che respirino aria inquinata.
Richard: Quest'anno si tiene COP26 e Hitachi è orgogliosa di essere fra i Principal Partner dell'evento. Pensiamo sia un'occasione per spingere i governi di tutto il mondo a rinnovare e rafforzare gli impegni già presi a Parigi. Le imprese hanno il compito essenziale di supportare il più possibile questi sforzi. Hitachi sta lavorando molto sull'elettrificazione, sia per i veicoli su gomma che per i treni, e l'idea di poter fare davvero la differenza è esaltante.
Chris: In effetti stavo per chiederti proprio di COP26. Qual è secondo te il ruolo di Hitachi nella conferenza? Siete uno degli sponsor principali.
Richard: La nostra intenzione è di lavorare con le città, i governi e le aziende per aiutarli a realizzare i loro progetti di azzeramento delle emissioni. Possiamo contare su molte competenze e Business Unit diverse per fornire prodotti e servizi ai clienti, e l'elettrificazione delle flotte è una delle opportunità che vogliamo cogliere.
Chris: Pensi che il lavoro svolto per Optimise Prime contribuirà a definire le strategie future per la mobilità elettrica? Il progetto va avanti già da un paio d'anni.
Richard: Sì, esatto. Per quanto riguarda Uber, in particolare, stiamo cercando di capire quali sono le limitazioni e le opportunità legate alla rete infrastrutturale di servizi di ricarica con la diffusione dell'elettrico a Londra. Per un autista Uber, ricaricare può sembrare una perdita di tempo e di denaro, quindi dobbiamo capire dove posizionare i punti di ricarica in modo che creino il minor disagio possibile.
È entusiasmante sapere che il lavoro con Uber ci permetterà di modellare la crescita di tutti i veicoli elettrici e di capire, in base alle esigenze di ricarica previste, come organizzare l'infrastruttura e dove intervenire per rinforzare la rete elettrica in modo efficace e conveniente.
Richard: Fra gli aspetti più interessanti di questa transizione c'è anche l'idea diffusa che la cosiddetta "ansia da autonomia" possa frenare l'adozione dei veicoli elettrici. La verità è che ogni giorno molti autisti di Uber percorrono lunghe tratte durante i loro turni, e i dati ci dicono che l'autonomia non è un grosso deterrente. Gli autisti che guidano un mezzo elettrico hanno trovato il modo di gestire il tempo di guida e trovare i momenti in cui ricaricare, ammesso che ce ne sia bisogno. Questo è molto positivo per il passaggio all'elettrico, come dicevi tu, non solo da parte degli autisti di Uber, ma anche del resto della popolazione.
Chris: A questo punto, gli autisti che hanno scelto i mezzi elettrici sono così tanti che possiamo dire con certezza di essere andati ben oltre gli entusiasti della prima ora. Ora è necessario fare il passo successivo, fare in modo che più persone possibili li considerino la scelta migliore. È così che riusciremo a convincere il 100% degli autisti di Uber. Ed è così che riusciremo davvero a progredire come società.
Richard: Con le flotte di Royal Mail e Centrica, che comprendono per lo più furgoni, abbiamo visto che gli autisti passati all'elettrico riscoprono il piacere di una guida più fluida, silenziosa e con accelerazioni migliori. I primi ad aver provato questi veicoli possono diventare i loro migliori testimonial e incoraggiare i colleghi a seguirli.
Chris: Un'altra obiezione frequente all'elettrificazione è che non saremo in grado di gestirla come paese o che metteremo sotto pressione la rete elettrica, perché non abbiamo le infrastrutture fisiche necessarie per reggere un consumo così alto. È vero?
Richard: Questa è una domanda fondamentale e la risposta è piuttosto complessa. Parallelamente all'elettrificazione dei veicoli, si stanno diffondendo altri dispositivi come le pompe di calore elettriche per uso domestico, quindi la domanda di elettricità è in continuo aumento, su questo non ci sono dubbi.
Se tutti i veicoli in circolazione diventassero elettrici e si collegassero alla rete nello stesso momento, chiaramente sorgerebbero criticità e problemi, ma non pensiamo che possa succedere. In questo senso, le ricariche intelligenti sono uno strumento potentissimo che può servire a tutti, dall'autista che ricarica il furgone a casa alla fine del turno, al privato che possiede un'auto elettrica, fino alle flotte di veicoli che si ricaricano di notte nei depositi.
Chris: A marzo di quest'anno abbiamo lanciato una nuova versione di Uber a Londra, si chiama Uber Green.
Con questa versione l'utente può specificare che vuole un veicolo elettrico, così il viaggio viene proposto solo agli autisti che hanno un mezzo a batteria. È anche la versione di Uber più economica della piattaforma. Il motivo dietro a questa scelta è che per il momento, dato che il numero di Uber elettrici è ancora ridotto rispetto all'utenza, i tempi di attesa potrebbero essere un po' più lunghi e non altrettanto comodi, ma questo fa parte del gioco.
Quello che non dobbiamo fare è convincerci che le soluzioni sostenibili siano riservate solo a chi può permettersele, che siano una sorta di servizio esclusivo, perché non è così. La nostra aspirazione è che diventino il servizio normale, e questa politica tariffaria è il nostro modo per invitare le persone a provare l'elettrico, a usare il prodotto, nella speranza di innescare un circolo virtuoso. Uber non ha alcun interesse a rendere la sostenibilità una scelta elitaria: dovrebbe essere la normalità per tutti. Stiamo andando verso una mobilità completamente elettrica, per questo credo sia importante incoraggiare le persone a provarla.