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Hitachi

Social Innovation

In viaggio verso COP26: Conversazioni sul trasporto pulito Episodio 2: Il tram a batteria di Firenze

Hitachi si impegna ad aiutare i governi, le città e le aziende ad affrontare il cambiamento climatico.
Come parte di questo impegno, Hitachi sta collaborando con la città di Firenze per testare con successo il primo tram italiano alimentato a batteria che non solo ridurrà le emissioni, ma aiuterà a rendere Firenze, sito del patrimonio mondiale dell'UNESCO, libero da catenaria e pali antiestetici.

Lorena Dellagiovanna di Hitachi ha incontrato il sindaco di Firenze, Dario Nardella sul tram della batteria Hitachi prima della COP26...

Lorena: Caro Dario, siamo in una delle città più belle del mondo.
Da sindaco, qual è la cosa che ami di più di Firenze?

Dario: Amo il fatto che non smetta mai di stupire. ""La bellezza salverà il mondo!"", come diceva Dostoevskij.

Lorena: È vero, la bellezza salverà il mondo. Che peso ha la sostenibilità nelle tue scelte strategiche per Firenze?

Dario: Ha molto peso, perché stiamo assistendo a un cambiamento epocale a causa del clima.
In uno studio recente ho letto che se mantenessimo questi ritmi di consumo energetico ed emissioni di anidride carbonica, ci servirebbero 1,7 pianeti. Non c'è più tempo da perdere. Non appena sono diventato sindaco, ho deciso di investire fortemente sui trasporti pubblici, per offrire ai cittadini un'alternativa al trasporto privato, e abbiamo lanciato alcuni progetti molto ambiziosi sull'efficienza energetica di abitazioni ed edifici. In effetti, tra il 2005 e il 2020 Firenze ha ridotto le emissioni di CO2 del 40%, proprio perché siamo partiti prima di altre città con questo tipo di iniziative.

Lorena: Noi adesso stiamo testando il primo tram a batteria a emissioni zero. Hai già visto dei vantaggi e come pensi che reagiranno i cittadini fiorentini?

Dario: La tramvia è sicuramente la novità più apprezzata dai fiorentini, però visto che sono sempre esigenti e, storicamente, amano la polemica, hanno osservato che i pali di alimentazione dei tram con i pantografi sono molto impattanti in termini di visibilità. Magari a un qualunque cittadino di un'altra città può non fare differenza, ma a Firenze c'è grande attenzione verso l'estetica, il paesaggio, le nostre piazze e strade che sono bellissime.

Il centro storico è patrimonio mondiale dell'UNESCO, quindi quando riuscirò a eliminare il primo palo sarà una grande festa cittadina. L'attesa è tanta e per questo il tram a batteria per me è un obiettivo da raggiungere assolutamente il prima possibile.

Lorena: Siete la prima città in Italia che lo sta testando. Io penso che sarete anche un caso di successo perché già i risultati e i riscontri che abbiamo ottenuto sono stati talmente positivi che hanno cominciato ad attirare l'attenzione di altre città in Italia che adesso vogliono adottarlo.

Dario: Ci stanno guardando tante città in Italia. Bologna sta avviando la progettazione delle tramvie sul modello italiano, anche Roma, Milano e Torino, che ha una tradizione molto più importante di Firenze sui tram. Quindi devo dire che ci fa piacere essere un po' apripista in questa tecnologia che secondo me porta grandi benefici, non solo in termini di impatto visivo, ma anche dal punto di vista logistico e tecnologico.

Lorena: Pensi che questo sia il futuro della mobilità qui a Firenze e in altre città?

Dario: Assolutamente sì. La settimana prossima andrò a vedere i nuovi modelli di tram di Hitachi che sono in costruzione. Ricordo quando mi avete presentato il modello e il rendering video del primo tram, poi ho visto le foto del veicolo reale e corrispondeva in tutto e per tutto ai disegni. Secondo me è un modello bellissimo, perché in una città come Firenze un mezzo trasparente, con molte superfici in vetro, permette di godersi la vista. Credo che Firenze vista dal tram sia un'esperienza straordinaria non solo per i fiorentini, ma anche per i turisti. Il nostro obiettivo è di arrivare a 7 linee di tram per servire 84 milioni di passeggeri all'anno, riducendo il traffico privato di 64.000 automobili al giorno e le emissioni di CO2 di 35.000 tonnellate all'anno.

Dario: Adesso vorrei parlare un po' di Hitachi. Qual è il ruolo di un gruppo internazionale così importante nel campo della sostenibilità? Qual è la vostra strategia per ridurre le emissioni di CO2?

Lorena: La tua è un'ottima domanda, perché guardando alla storia di Hitachi, la sostenibilità è sempre stata al centro della strategia aziendale. Lavoro con loro da molti anni e senza dubbio è un gruppo che ha assistito a molti cambiamenti e trasformazioni in oltre un secolo di attività. Ma quello che non è mai cambiato è la filosofia della responsabilità sociale: tutte le tecnologie, le infrastrutture sociali (come i treni) o le soluzioni innovative che abbiamo sviluppato sono nate non solo come opportunità di business, ma anche e soprattutto per migliorare la società in cui viviamo, per migliorare la qualità della mia vita, la tua, quella di tutti. Per questo, ora che ci troviamo di fronte a una crisi così grave, con il cambiamento climatico che avrà effetti devastanti sull'economia globale e le imprese, pensiamo di dover assumere un ruolo centrale.

Abbiamo concentrato tutte le nostre forze nel tentativo di contrastare il cambiamento climatico e abbiamo un piano che si articola su due macro-iniziative. La prima è l'azzeramento delle emissioni sull'intera catena del valore, cioè produzione, acquisti, prodotti e servizi, con obiettivi ben precisi: prima mi parlavi del 2030/2040, noi puntiamo al 2030/2050.

La seconda è quella di contribuire a decarbonizzare la società in generale, mettendo le nostre tecnologie a disposizione delle aziende, delle città e dei governi.
Una cosa a mio parere importantissima e che molti danno per scontata è che davanti a una sfida come questa non possiamo pensare di agire da soli. Ci serve collaborazione, ci servono partnership, ci serve cooperazione, e il nostro scopo è proprio quello di lavorare al fianco delle istituzioni (come la città di Firenze) e dei clienti per capire quali sono i problemi principali e trovare insieme le possibili soluzioni.

Dario: Perché avete deciso di diventare Principal Partner di COP26 a Glasgow?

Lorena: COP26, come ben sai, è la conferenza sul clima più importante del mondo. Quest'anno assume una rilevanza particolare perché serve ad accelerare le iniziative per raggiungere gli obiettivi definiti nell'accordo di Parigi dalle Nazioni Unite. Vogliamo partecipare a COP26 perché vogliamo avere un ruolo di primo piano nella lotta al cambiamento climatico. Io mi aspetto che finalmente emergano delle azioni concrete per avvicinarsi a quegli obiettivi. Mi auguro davvero che i paesi arrivino a un accordo e stabiliscano un piano reale e preciso.

Dario: E immagino che la mobilità elettrica faccia parte di questo piano, vero?

Lorena: Sì, assolutamente, la mobilità elettrica è importantissima.
Sappiamo che i trasporti sono tra le fonti principali delle emissioni di gas serra, parliamo del 16% del totale, quindi è fondamentale passare a una mobilità decarbonizzata per raggiungere gli obiettivi fissati.

Dario: A proposito di Firenze, che attese avete rispetto al tram a batteria?

Lorena: I test fatti fino ad ora sul tram a batteria hanno dato dei riscontri molto positivi. Dal punto di vista puramente tecnico, abbiamo visto un risparmio energetico dal 20 al 25% senza ridurre i tempi di servizio, il che è molto importante. C'è una riduzione dei costi perché l'infrastruttura è molto più leggera, oltre ai vantaggi di cui hai già parlato tu.

Dario: Ho saputo che hai lavorato nella divisione Diversity & Inclusion di Hitachi per due anni. È un ambito che mi affascina molto, puoi dirmi qualcosa al riguardo?

Lorena: La diversità e l'inclusione sono essenziali se vogliamo creare una società sostenibile. Prima parlavamo delle sfide del cambiamento climatico, abbiamo detto che per fare la differenza servono collaborazione, partnership e cooperazione.
La diversità è proprio questo, saper mettere insieme tante menti diverse, saper sfruttare le competenze degli oltre 300.000 dipendenti che lavorano per Hitachi in tutto il mondo e raccogliere le idee e le opinioni di ciascuno per costruire soluzioni innovative, non solo per il business dell'azienda, ma per la società in generale.

Dario: Quindi riguarda anche l'empowerment, il coinvolgimento e la partecipazione dei dipendenti?

Lorena: Certo, ed è importante perché più talenti diversi si hanno a disposizione, più l'azienda rappresenta la società che la circonda.
Oggi più che mai ci troviamo di fronte a un mercato incredibilmente dinamico. Non si può avere un approccio omogeneo, pensare tutti allo stesso modo e sperare di trovare la soluzione migliore.
Per questo la diversità è una risorsa fondamentale, che sia di genere, provenienza, nazionalità, orientamento sessuale, quello che conta è pensare in modo diverso. Quale ruolo pensi che abbiano le città per realizzare una società decarbonizzata?

Dario: Le città hanno un ruolo fondamentale, direi insostituibile per decarbonizzare la società, anche perché sono le principali responsabili. Se guardiamo le città europee, dove vive il 75% della popolazione del continente, possiamo rilevare che in questi luoghi si produce l'80% di CO2. Quindi siamo da un lato la causa ma dall'altro anche la soluzione.
Le città possono sperimentare soluzioni tecnologiche, modelli per cambiare gli stili di vita, anche modelli culturali sul consumo energetico. Per questo credo davvero che il ruolo delle città sia fondamentale. Non c'è obiettivo fissato a livello internazionale, che sia un trattato, una convenzione, che si possa raggiungere senza il coinvolgimento concreto ed effettivo delle città."