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Hitachi

Social Innovation

In viaggio verso COP26: Conversazioni sul trasporto pulito Episodio 4: Gli autobus elettrici di Glasgow

Hitachi lavora al fianco dei governi, delle città e delle aziende per contrastare il cambiamento climatico. Nell'ambito di questo impegno, ha collaborato con First Bus per introdurre gli autobus elettrici a zero emissioni a Glasgow.

Sul primo di questi autobus viaggiano Mike Nugent, Head of EV di Hitachi, e Andrew Jarvis, Portfolio Managing Director di First Bus UK. Durante il tragitto si confrontano sull'importanza di un'aria e un'energia più pulita, sugli attuali limiti delle batterie e sulla partnership fra Hitachi e First Bus.

Mike: Chiaramente il vostro obiettivo è raggiungere la neutralità carbonica il più presto possibile. Dimmi qualcosa di più sui vostri progetti.

Andrew: Sì, abbiamo un programma che prevede di azzerare le emissioni entro il 2035, una tempistica impegnativa ma fattibile. In parte ci affideremo ai mezzi elettrici, ovviamente, ma anche l'idrogeno potrebbe essere un'alternativa: abbiamo già 15 veicoli a idrogeno attivi ad Aberdeen. Abbiamo un approccio neutrale sulla tecnologia da applicare, quello che ci interessa è eliminare le emissioni di carbonio entro i tempi stabiliti.

Un'energia pulita

Mike: Immagino che una delle sfide principali per voi, come per tutte le grandi aziende, non sia soltanto l'elettrificazione dei veicoli, ma anche da dove viene la corrente o come si genera l'idrogeno che utilizzate. Perché alla fine dobbiamo lavorare per un mondo senza carbonio, non solo per la decarbonizzazione o il cosiddetto net zero. Questo aspetto rientra nelle vostre aspirazioni o nella vostra mentalità?

Andrew: Sì, certamente. Al momento compriamo energia elettrica verde e certificata per tutte le nostre operazioni. È una scelta relativamente semplice quando si parla di edifici o immobili. Con il graduale passaggio ai veicoli elettrici, diventa sempre più chiaro che dobbiamo proseguire su questa linea. Per questo il deposito che hai visitato stamattina ha un grande impianto a pannelli solari sul tetto, ma non basta neanche lontanamente a rifornire tutti gli edifici e ricaricare i 150 veicoli elettrici. Dobbiamo studiare bene come ridurre al minimo i costi di gestione complessivi, e per farlo è fondamentale che ci chiediamo dove reperire il carburante, da dove viene l'elettricità che usiamo e come fare in modo che sia il più possibile energia verde. Non ha senso investire su una flotta più ecologica se poi spostiamo le emissioni altrove. Quindi dobbiamo puntare sull'eolico, il fotovoltaico e qualunque altra fonte rinnovabile a nostra disposizione.

Mike: Ed è per questo che stiamo lavorando con voi sull'installazione per le batterie fisse da montare in sede, per aumentare l'energia solare. Ma dobbiamo anche pensare ai vostri beni immobili e impianti: siamo a bordo di un bellissimo bene mobile, ma cosa facciamo con i depositi? Come azzeriamo anche le loro emissioni? Per questo la nostra collaborazione comprende anche lo stoccaggio delle batterie e l'accesso all'energia eolica e solare.

L'autonomia delle batterie

Mike: Siamo in giro per Glasgow su questo fantastico autobus elettrico, ma è chiaro che per muoversi in città basta un'autonomia relativamente bassa. È per questo che state valutando anche l'idrogeno, per coprire tragitti più lunghi? Cosa ne pensate e qual è secondo voi il ruolo dell'idrogeno nel cammino verso la decarbonizzazione?

Andrew: Questo è un punto interessante. Al momento gli autobus elettrici a un piano coprono circa l'80% delle tratte destinate a questo tipo di mezzi. Ma ad esempio, a Glasgow, abbiamo linee che percorrono più di 300 chilometri al giorno, alcune quasi 420, e non possiamo convertirle all'elettrico senza pensare a come ricaricarle durante la giornata: dobbiamo aumentare il numero di autobus oppure i costi di gestione.

Il ruolo di Hitachi

Mike: Una delle cose che ci chiedono più spesso è cosa fa Hitachi e cosa stiamo facendo per voi. È un'ottima domanda e siamo orgogliosi di poter dire che per prima cosa stiamo contribuendo a finanziare l'acquisto delle batterie, soprattutto per gli autobus. Ma non solo, stiamo anche cercando di usare la nostra tecnologia per aiutarvi a migliorare sia gli autobus che i depositi del futuro.

Come possiamo integrare tutte queste nuove e diverse tecnologie? È una questione piuttosto complessa. Ad esempio, come portiamo l'energia al deposito? Che tipo di caricatori usiamo? Come possiamo utilizzarli in modo efficiente? Questo pone problemi sia di hardware che di software. Vogliamo anche che il sistema di ricarica sia intelligente nei tempi e nelle modalità.

E come ultimo punto, sappiamo che qualcosa andrà storto, ci saranno autobus che non si caricheranno per qualche ragione, e il nostro compito è inserirci fra voi e tutti gli altri elementi che potrebbero essere responsabili del malfunzionamento dei mezzi. Può trattarsi di un errore umano, una presa mal collegata, un guasto del punto di ricarica o del software, qualsiasi cosa legata all'alimentazione. Il nostro compito è di aiutarvi ad avere una transizione priva di ostacoli. Contiamo sul fatto che la nostra piattaforma fornirà tutti i dati necessari, sia a noi che a voi, ancora prima che si verifichi un problema, per poterlo prevenire, risolvere ed eliminare senza disagi per nessuno. In questo modo sarete liberi di concentrarvi su quello che è più importante per la vostra attività, cioè convincere più persone possibili a usare e scegliere i vostri autobus.

Andrew: Di sicuro, quando abbiamo iniziato questo percorso, ci serviva un partner che conoscesse o ci aiutasse a comprendere come funziona questo servizio, per acquistare le batterie in modo efficiente, rivendervele e poi noleggiarle da voi, tenendo sotto controllo questa variabile essenziale nel costo di gestione complessivo. È un aspetto molto utile, ma penso sia chiaro da quando è iniziato il dialogo con Hitachi che ci sono molte altre cose che potete offrire oltre al servizio di gestione delle batterie as-a-service Quindi diamo questo punto per scontato e lavoriamo sugli altri elementi che possiamo sviluppare all'interno della nostra partnership per fornire un servizio migliore ai clienti al prezzo minore possibile.

Mike: Certo, lavoreremo con voi per capire fin dove arriva il modello di business as-a-service, perché potremmo estenderlo anche agli autobus, ad esempio, noi vi forniamo un veicolo e garantiamo un certo stato di carica. Vogliamo solo sperimentare e raggiungere insieme dei risultati, è il bello della collaborazione, possiamo testare diversi modelli, diversi approcci commerciali per vedere cosa funziona meglio per il vostro e il nostro business. È la partnership ideale.

Un'aria più pulita

Mike: Siamo nello splendido centro di Glasgow. Perché pensi che l'elettrico sia importante per un'aria più pulita?

Andrew: Vogliamo ridurre le emissioni di carbonio. Se non erro, la nostra flotta produce circa 5.000 tonnellate di carbonio all'anno, questi 148 autobus ci permetteranno di abbassare quella cifra. Per questo a Glasgow puntiamo ad aumentare il numero di veicoli elettrici: è la scelta migliore per la città, per i passeggeri, è meglio per tutti. Chi non vorrebbe strade migliori?

Per me è entusiasmante, abbiamo un impegno per il 2035, abbiamo 14 anni per cambiare tutta la flotta ed è un percorso molto interessante. Se dividiamo il numero totale di veicoli per gli anni, dovremo acquistare circa trecento o quattrocento autobus all'anno per completare la transizione.

Siamo convinti di dover e voler fare la nostra parte. Se riusciamo a trarne benefici a livello di gamma di veicoli e di altri fattori (e ora possiamo, è un obiettivo raggiunto da poco), la scelta è sensata sul piano commerciale, grazie anche al piano ZEBRA e ai finanziamenti di Transport Scotland in Scozia... Insomma, se è vantaggioso a livello commerciale e operativo, perché non dovremmo investire in veicoli più puliti e migliori per l'ambiente? Migliori per i clienti e più comodi per gli autisti? È la cosa più logica.