Non parliamo né di Gucci, né di Chanel, ma degli errori di stampa delle etichette applicate sui prodotti alimentari
Fra le informazioni che leggiamo ogni giorno, quelle riportate sulle etichette degli alimenti sono probabilmente le più importanti. Le etichette raccolgono in uno spazio limitato tutto quello che c'è da sapere: ci dicono quali sono gli ingredienti che compongono il prodotto, come prepararlo, servirlo, di cosa è fatto e quando non sarà più buono da mangiare.
A uno sguardo più attento si può notare che le etichette riportano anche altre informazioni, a cui forse non facciamo caso, ma che fanno sì che quello che mettiamo nel piatto sia sicuro e risponda a standard elevati. Si tratta dei codici di produzione, quelli che consentono al produttore di sapere di che partita faccia parte il prodotto, su che linea produttiva sia stato fabbricato e addirittura dove il singolo articolo sia stato riempito e sigillato.
Sembrerebbe che stampare una data o un codice prodotto sulle confezioni degli alimenti non rientri nella sfera dell'alta tecnologia, eppure qualsiasi macchia o sbavatura dovuta a una cattiva stampa può portare alla non tracciabilità degli alimenti, e l'etichettatura sbagliata dovuta a un errore umano può rendere invendibile un prodotto che è del tutto buono, ma solo etichettato male.
La tracciabilità del cibo che mangiamo non è importante solo sotto l'aspetto normativo, ma è anche una questione morale: la FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, sostiene che "a livello globale circa un terzo delle parti commestibili di cibo prodotto per l'alimentazione umana va perso o sprecato", il che significa circa 1,3 miliardi di tonnellate l'anno.
Se un'etichettatura accurata può evitare gli sprechi, far risparmiare soldi alle imprese e mostrare che i prodotti alimentari sono di alta qualità, allora la tecnologia di stampa assume davvero una grande importanza.
Prendiamo l'esempio della svizzera Emmi, che trasforma circa un milione di tonnellate di latte in 25 diversi stabilimenti produttivi in tutto il Paese. Si tratta dell'azienda leader sul mercato elvetico del latte. Nello stabilimento di Ostermundigen ogni giorno si lavorano 330 tonnellate di latte, circa una decima parte di tutto il latte trasformato, per produrre 1500 articoli diversi che vengono tutti riempiti e confezionati su 20 linee produttive.
Chiaramente, risalire a cosa è stato lavorato e dove, rappresenta un compito difficile e di fondamentale importanza. In questo particolare stabilimento Emmi, la fanno da padrone le tazze di caffè latte, proposte in dieci gusti differenti: una corretta etichettatura e una stampa nitida sono essenziali per garantire di contrassegnare la tazza con il caffè giusto.
"Nessuna tazza esce dalla fabbrica, se non è completa di tutte le informazioni sulla linea di produzione in cui è stata confezionata,” - ci spiega il direttore dello stabilimento, Isidor Lauber - la data di riempimento, la scadenza e persino la pista su cui le singole tazze sono state riempite e sigillate."
Non è uno scherzo, considerato che ogni ora sono 36000 le tazze che vengono riempite sulle macchine a dieci piste presenti nello stabilimento, e che la stampa deve tenere un ritmo sostenuto, ma anche assicurare nitidezza. Le stampanti a getto d'inchiostro continuo di Hitachi sono fra le più avanzate al mondo, ed Emmi le ha trovate pienamente affidabili nell'etichettatura e codifica dei suoi prodotti a base di latte, scoprendo che funzionano bene anche alla temperatura di produzione di 50°C sulla linea yogurt.
Analogamente un importante caseificio tedesco ha scoperto che il sistema di stampa end-to-end Hitachi era insostituibile per il suo stabilimento in Spagna. Con ordini di lavoro che cambiavano fino a 15 volte al giorno, erano necessari molti sforzi manuali per fare sì che i dati giusti finissero sui prodotti giusti. Un così alto numero di modifiche lasciava spazio all'errore umano, con tutti i costi dovuti agli sprechi derivanti da codifica ed etichettatura sbagliate.
Hitachi ha messo a punto un sistema per integrare le stampanti nel sistema gestionale dello stabilimento (Manufacturing Execution System o MES), il che significa che, mentre si elaborano gli ordini complessivi e si inviano le istruzioni alle linee produttive, vi sono comprese anche le stampanti, evitando agli operatori di linea di dovere inserire i dati manualmente nei dispositivi di stampa.
"Il nuovo processo automatizzato significa che adesso possiamo avere molta più fiducia nel modo in cui vengono etichettate i prodotti, - spiega il loro Head of Operations. "Ora possiamo inizializzare le stampanti nello stesso istante in cui inizializziamo il MES. Il processo è più semplice, di conseguenza è più difficile che i nostri prodotti abbiano codifiche o marcature sbagliate."
Considerato che alimenti con etichette poco chiare o sbagliate possono portare al ritiro del prodotto, a procedimenti legali e a consistenti danni d'immagine per il brand, è chiaro che l'etichetta più costosa del mondo è quella sbagliata. Ma ottimizzando, semplificando e integrando la stampa nel processo produttivo nel suo complesso, e anche assicurando che la tecnologia si concentri a fornire chiarezza e accuratezza, a prescindere dalla temperatura ambiente e dalla superficie su cui si debba stampare, chi produce e lavora generi alimentari può da una parte risparmiare, e allo stesso tempo contribuire a trovare la soluzione allo spreco globale di cibo.