I droni sono impiegati nella ricerca di modi più economici e più efficaci per prevenire e affrontare i cambiamenti climatici.
La tecnologia dei droni, fino a oggi utilizzata prevalentemente nella produzione di film o in dotazione ai militari, oggi è impiegata nella ricerca di nuovi modi per combattere i cambiamenti climatici causati dall’uomo.
Chiunque abbia mai visto le riprese effettuate da un drone sarà d’accordo nell’affermare che offrono una prospettiva mozzafiato del mondo sottostante. Ora la stessa attività viene utilizzata per documentare i cambiamenti climatici e monitorare la deforestazione. Il giornalista della Reuters Jack Lucas ha usato un drone in Groenlandia per monitorare l’impatto dei cambiamenti climatici nell’arco di sette giorni, realizzando una serie di fotografie che fanno riflettere e che hanno rivelato la portata dell’influenza dell’uomo sui ghiacciai. Immagini del genere aiutano i climatologi a monitorare l’evoluzione del problema e offrono un supporto informativo alla nostra risposta al problema.
La deforestazione è responsabile di oltre il 15% delle emissioni globali di carbonio (paragonabili all’intero settore mondiale dei trasporti), rendendo la protezione delle foreste fondamentali nello sforzo di ridurle. Ancora una volta, i droni ci vengono in aiuto. Il Costa Rica sta attualmente sperimentando un progetto denominato “Deep Forest”, che utilizza i droni per monitorare il degrado degli alberi e le conseguenze del disboscamento illegale. Si spera che, aumentando la conoscenza delle foreste, gli sforzi fatti per conservarle saranno più incisivi. I droni stanno anche aiutando a piantare alberi: la startup BioCarbon Engineering ha realizzato dei droni in grado di piantare fino a 100.000 alberi al giorno e ha passato anni a ripiantare mangrovie attorno al fiume Irrawaddy a Myanmar.
Hitachi ha condotto delle ricerche sulle conseguenze dell’urbanizzazione. È un tema molto importante, dato che oltre il 55% della popolazione mondiale risiede nelle aree urbane e, di questa, gran parte sta ordinando un pacco online che sarà consegnato a breve davanti alla propria porta. Si prevede che entro il 2025 verranno effettuate ogni giorno nelle città circa 500 milioni di consegne, sebbene il trasporto merci a Londra, ad esempio, era già responsabile di circa il 38% delle emissioni di ossido di azoto nel 2010. Con i pacchi destinati a diventare sempre più piccoli e più leggeri, si prevede che i droni possano offrire una soluzione ecologica ai servizi di consegna.
Amazon ha già iniziato a testare la tecnologia dei droni per le sue consegne. Nel Regno Unito, grazie alla recente revisione del servizio di controllo del traffico aereo, questa soluzione potrebbe essere implementata già nel 2019. Promettendo tempi di consegna di 30 minuti, il gigante delle vendite ha già nominato il servizio “Prime Air” e afferma che, un giorno, “vedere i veicoli Prime Air sarà normale come vedere per strada i camion della posta”. E Amazon non è la sola. Anche la multinazionale americana di consegna pacchi e supply chain UPS sta testando le consegne con droni, dopo aver stimato che accorciare anche di un solo chilometro il percorso di ciascuno dei 66.000 propri conducenti porterebbe a un risparmio di 55 milioni di dollari. Con consegne più veloci, più economiche e più ecocompatibili, è facile capire perché i droni stanno per comparire a breve nell’orizzonte del settore delle consegne.
Con tutti questi progressi fatti in così tanti campi nella tecnologia dei droni, usarli come strumento per combattere i cambiamenti climatici potrebbe essere per noi l’inizio di un modo più intelligente di proteggere il pianeta.